Se si cerca la parola posidonia su internet si rischia di ricevere informazioni discordanti e rimanere un po’ confusi: da un lato, si trovano numerosi articoli su turisti che si lamentano per il deposito di posidonia sulle spiagge; dall’altro, si potrebbe incappare nel sito del festival itinerante della posidonia, che tocca varie coste mediterranee, con tappa più o meno fissa in Sardegna.

L’importanza della posidonia in Sardegna, così come nel resto del Mediterraneo, spesso non viene riconosciuta.

Come mai qualcuno odia questo tipo di vegetazione e qualcuno la celebra?

Cominciamo sfatando un mito: la posidonia, a cui molti si riferiscono definendola un’alga, in realtà alga non è.

Si tratta invece di una pianta che colonizza attorno al 3% del fondale del bacino del Mediterraneo, in altre parole circa 38000mq

Si tratta di una vera e propria prateria sottomarina, con piante che superano il metro di lunghezza – a volte in verticale, a volte in orizzontale -, che fungono da nido, riparo, o addirittura da casa per la fauna marina, e le cui fogli in autunno si staccano, come quelle della maggior parte delle piante che conosciamo, e inevitabilmente salgono verso la supericie dell’acqua, venendo poi sospinte a riva.

È così che si forma quello strato morbido sulla spiaggia, che pochi amano, chiamato banquette.

Spesso chi si occupa delle pulizie ha indicazione di rimuovere le banquette, e può capitare che sorgano accorate lamentele tra i turisti quando la rimozione della posidonia in decomposizione non è tempestiva.

Quello che pochi sanno, o che tanti ignorano, è che questa presenza così poco amata è tuttavia ciò che permette ai bagnanti di continuare a prendere il sole su spiagge che la posidonia preserva dall’erosione.

In un ecosistema perfetto, o per lo meno non antropizzato, l’apporto di nuovi sedimenti – di sabbia, in parole povere – si deve al passaggio di corsi d’acqua che sfociano a mare e, in seconda battuta, dallo spiaggiamento stagionale della pianta.

La presenza dell’uomo interrompe a più livelli questo fenomeno naturale, da un lato arginando o modificando il corso di fiumi e torrenti, dall’altro prelevando direttamente materiale dalle spiagge, che viene utilizzato per esempio in edilizia.

Ecco dunque che laddove l’uomo toglie sabbia ed elimina il metodo naturale che le spiagge hanno di rigenerarsi, l’unica fonte di nuovo sedimento rimane la posidonia oceanica, che viene invece rimossa a scopo estetico e per la comodità dei bagnanti.

Oltre a danneggiare un ecosistema che ha per molto tempo funzionato perfettamente, a lungo termine la conseguenza sarà quella di ridurre le spiagge stessa al punto che non saranno più adatta a ospitare quegli stessi bagnanti in virtù dei quali la posidonia viene rimossa.

A subire danni, a lungo andare, saranno le anche le città stesse.

posidoniaRisulta evidente che l’asporto di questa vegetazione dalla costa dà solo un beneficio di breve termine, lasciando tutti con un problema ben più grande da affrontare.

E a pagare le conseguenze di questa scelta poco lungimirante non saranno i bagnanti, che migreranno ad altre spiagge, ma proprio chi la spiaggia la vive tutti i giorni, chi grazie al turismo ha la sua fonte di reddito, insomma quelle stesse persone che oggi ne promuovono la rimozione.

Se questa considerazione pratica non fosse sufficiente a rivedere le politiche sarde in merito alle banquette, vediamo perché questo tipo di vegetazione marina, è segno che il mare sta bene.

Il concetto è molto semplice: questa pianta, come molte altre, sfrutta la fotosintesi clorofilliana per vivere.

Di conseguenza la sua presenza sui fondali marini è segno che l’acqua è limpida e pulita, e che dunque i raggi del sole riescono ad attraversarla, inoltre ha la funzione di filtrare l’acqua e rilasciare ossigeno.

Senza dimenticare che, come già accennato, molte specie marine scelgono la posidonia per farci il nido – è il caso del sarago – o per rifugiarsi dai predatori, come fa per esempio l’occhiata

Al contrario, alcuni predatori, come il gronco o le murene, vivono tutta la loro vita tra queste piante, dove si nascondono per sferrare l’attacco alle loro prede.

Altri abitanti abituali della posidonia sono alcuni molluschi, come la Pinna nobilis. Per poche specie la posidonia è anche fonte di nutrimento, per esempio per il riccio marino.

Dovrebbe essere evidente, a questo punto, che non è qualcosa da eliminare, o un fastidio.

Al contrario, si tratta di una pianta estremamente importante per l’ecosistema marino e per la sua fauna, nonché per il rapporto tra l’ambiente marino e quello terrestre, per la sua funzione di guardiana naturale delle coste.

La posidonia è importante e va preservata, e se è fastidioso camminarci sopra, si pensi che senza di lei non ci sarebbe una spiaggia su cui camminare.

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